sabato 29 giugno 2013

CSS (combustibile solido secondario): la verità



Venerdì 28 giugno, alle ore 11 presso la sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni (sede del consiglio regionale dell’Umbria) conferenza stampa-dibattito “LA VERITA SUL CSS“ in risposta al convegno di venerdì 21 giugno, tenutosi presso la sede di Confindustria di Perugia su: “Rifiuti: problema o opportunità? la soluzione CSS“.
Ecco il documento sul CSS stilato dal Coordinamento Regionale dell’Umbria “RIFIUTI ZERO” :  LA VERITA’ SUL CSS
PRECISAZIONE PRELIMINARE:  CSS è  un termine usato solo per togliere la parola “RIFIUTO” da quello che è stato definito fino a ieri: CDR (in pratica CDR=>CSS)
  •  L’art 216 del TESTO UNICO DELLE LEGGI SANITARIE del Decreto Ministeriale  del  5 settembre 1994, definisce i CEMENTIFICI centrali termoelettriche, inceneritori, fonderie… :  INDUSTRIE INSALUBRI di CLASSE I.   Laconvenzione sottoscritta dall’Unione Europea, che va sotto il nome di CONVENZIONE  DI AARHUS e in vigore dal 30 ottobre 2001, sancisce di favorire la partecipazione dei cittadini alle attività decisionali aventi effetti sull’ambiente, la successiva  presa d’atto della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-416/10 Jozef Križan e a. / Slovenská inšpekcia životného prostredia) in cui viene stabilito che “Ai sensi della Convenzione di Aarhus, ove venga avviato un processo decisionale in materia ambientale, il pubblico interessato deve potervi partecipare sin dall’inizio, vale a dire DAL MOMENTO IN CUI TUTTE LE ALTERNATIVE SONO ANCORA PRATICABILI E TALE PARTECIPAZIONE PUÒ AVERE UN’INFLUENZA EFFETTIVA.    Il Comunicato stampa n.1/13, Lussemburgo, 15 gennaio 2013 dice che “… in via di principio, il pubblico deve poter consultare gratuitamente tutte le informazioni rilevanti ai fini del processo decisionale e deve poter contestare in sede giurisdizionale la legittimità di qualsiasi decisione adottata al termine di tale processo”. 
  • La presa d’atto dei limiti emissivi espressi nel documento delle direttive europee  sulle emissioni   (Documento di riferimento sulle BAT per gli inceneritori). Da tale documento si possono comparare i limiti di emissione per gli Inceneritori e confrontarli con quelli dei Cementifici [Reference Document on the Best Avalaible Tecnology (BAT) for Waste inceneration - agosto 2006 (602 pagine): http://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/BREF/wi_bref_0806.pdf] Prendendo per esempio, le polveri, i limiti per un inceneritore sono inferiori a 10 mg/Nm3 (normal metro cubo unità di misura per i gas) mentre per un cementificio è ammesso un limite tra 20 80 mg/Nm3.
Decreto Ministeriale 6 luglio 2012
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/DM_6_luglio_2012_sf.pdf  Il DM ha stabilito la trasformazione del CDR (Combustibile da Rifiuti) in CSS(Combustibile Solido Secondario) surclassando di fatto tutte le normative, vista la “scomparsa” dalla denominazione della parola “RIFIUTI”.  Nonostante ciò alle pagg 59 e 60 del DM nella tabella 6.A  (con tanto di CODICE CER = Catalogo Europeo dei Rifiuti) è ben evidente che SEMPRE di RIFIUTI, si sta parlando. In questa tabella, tra le 53 tipologie di RIFIUTI CHE VANNO A COSTITUIRE IL CSS RITROVIAMO, per citarne alcuni: -  SCARTI DI TESSUTI ANIMALI     -   RIFIUTI PLASTICI  -  FECI ANIMALI, URINE E LETAME…-  RIFIUTI PRODOTTI DALL’ESTRAZIONE TRAMITE SOLVENTI – RIFIUTI NON SPECIFICATI ALTRIMENTI  –  RIFIUTI DA MATERIALI COMPOSITI (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri) -  PITTURE E VERNICI DI SCARTO… – CARTA E PELLICOLE PER FOTOGRAFIA contenenti o non contenenti argento o composti dell’argento  – LIMATURE E TRUCIOLI DI MATERIALE PLASTICO –  PNEUMATICI FUORI USO – PLASTICA … ASSORBENTI IGIENICI – FLUFF/FRAZIONE LEGGERA E POLVERI … ecc.    Mentre, a pag 39 e seguenti sempre del DM 6 luglio 2012 si parla nei vari allegati di INCENTIVI e relativi connessi:
  • ALLEGATO 1: Vita utile convenzionale, TARIFFE INCENTIVANTI E INCENTIVI PER I NUOVI IMPIANTI
  • ALLEGATO 2: IMPIANTI OGGETTO DI INTEGRALE RICOSTRUZIONE, RIATTIVAZIONE, RIFACIMENTO, POTENZIAMENTO ED IMPIANTI IBRIDI  
  • (pag 43)  DETERMINAZIONE DEGLI INCENTIVI PER LE CATEGORIE DI INTEGRALE RICOSTRUZIONE, RIATTIVAZIONE, POTENZIAMENTO, RIFACIMENTO
In tutta questa vicenda, quello che ha fortemente meravigliato è che la vicenda CSS è proseguita non tenendo conto deparere negativo della commissione della Camera,  ma addirittura a CAMERE SCIOLTE! Infatti nell’ottobre 2012 arriva il “famoso”DECRETO CLINI,  pubblicato in G. U.  con OPERATIVITA’ dal 29 Marzo 2013:  MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE -DECRETO 14 febbraio 2013 , n. 22 – Regolamento recante disciplina della CESSAZIONE della QUALIFICA di RIFIUTO di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (CSS), ai sensi dell’articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. (13G00061) (GU n.62 del 14-3-2013 )”. Tutto ciò confermato dallo stesso Clini, già nell’intervista del 13 febbraio 2012 a G. Iasparra “ il Ministro Corrado Clini invece ha già detto che si andrà avanti anche se la Camera ha espresso parere contrario non vincolante sul DPR.Sull’argomento stanno infatti viaggiando in parallelo due provvedimenti che si differenziano per specifiche tecniche diverseNel secondo caso si tratta di un decreto ministeriale che va avanti lo stesso” . E……….NONOSTANTE L’EUROPA DICA BEN ALTRO!!!! come stabilito all’art 32 del VII PAA (Settimo Programma di Azione in materia Ambiente): “DIVIETO DI INCENERIMENTO DI TUTTI I RIFIUTI RICICLABILI o COMPOSTABILI“. Nel convegno della Confindustria, invece,  è stato dichiarato che il 18% dei rifiuti NON E’ riciclabile. Noi del coordinamento rifiuti zero ci meravigliamo che in Confindustria non si conosca l’attività svolta da una loro collega imprenditrice, CARLA POLI,  Amministratore Delegato del Centro Riciclo Vedelago! In questa azienda (oltre 60 dipendenti) da anni (vedi servizio del Sole 24 ore del 15 maggio 2008) si ricicla proprio quella quota di rifiuti che era ritenuta irriciclabile, ma che invece,  mediante un sistema brevettato di estrusione per attrito, viene utilizzata, per la produzione di SABBIA sintetica utilizzata sia come sabbia da mescolare al 20% con il cemento per farne blocchi da costruzione, sia per la produzione di mobili da esterno. Detto ciò E’ LEGITTIMO PER I CITTADINI PORSI QUESTE DOMANDE:
  • I CEMENTIFICI (centrali termoelettriche, fornaci ecc) UTILIZZANDO IL CSS NON SAREBBERO PIU’ INDUSTRIE INSALUBRI? 
  • IN TERMINI DI SALUTE, CON L’UTILIZZO DEL CSS, C’E’ UNA MAGGIORE SICUREZZA PER LA SALUTE?
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 A proposito dell’impatto degli inceneritori sulla salute, dal  29-30 novembre 2007 ARPA Piemonte, a Torino organizzò il congresso: ”Gli impianti di termovalorizzazione di RSU: aspetti tecnologici“. Andando al link:  http://www.arpa.piemonte.it/arpa-comunica/events/eventi-2007/comba.pdf  si può visionare la presentazione: “Review di studi e conoscenze disponibili sull’impatto”  (Impact studies review) di Pietro Comba e Lucia Fazzo dell’Istituto Superiore di Sanità,  la slide n 21 riporta i dati epidemiologici di diversi studi italiani riguardanti le conseguenze sulla salute delle popolazioni vicine agli inceneritori. Pertanto, SE GLI INCENERITORI CHE HANNO LIMITI DI LEGGE MOLTO PIÙ RESTRITTIVI, PRESENTANO  QUESTE CRITICITÀ PER LA SALUTE NON E’ LOGICO CHIEDERSI: “QUESTI IMPIANTI IN CUI SI VUOL UTILIZZARE COME COMBUSTIBILE IL CSS,  NON COMPORTANO  DEI RISCHI MAGGIORI PER LA SALUTE? 
Per tutto quanto detto richiamiamo anche il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE che NON SOLO VÀ TENUTO PRESENTE MA DEVE ESSERE ASSOLUTAMENTE APPLICATO DA OGNI SINDACO, ricordando che ogni Sindaco È LA PRIMA AUTORITÀ SANITARIA DEL SUO COMUNE. Visto che il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE, secondo la Commissione Europea, può essere invocato quando un fenomeno, un prodotto o un processo può avere effetti potenzialmente pericolosi, individuati tramite una valutazione scientifica e obiettiva, (anche) se questa valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza. Il ricorso al principio si iscrive pertanto nel quadro generale dell’analisi del rischio (che comprende, oltre la valutazione del rischio, la gestione e la comunicazione del rischio) e più particolarmente nel quadro della gestione del rischio che corrisponde alla fase di presa di decisione. La Commissione sottolinea che il principio di precauzione può essere invocato solo nell’ipotesi di un rischio potenziale, e che non può in nessun caso giustificare una presa di decisione arbitraria.Il ricorso al principio di precauzione è pertanto giustificato solo quando riunisce tre condizioni, ossia: l’identificazione degli effetti potenzialmente negativi; la valutazione dei dati scientifici disponibili; l’ampiezza dell’incertezza scientifica. http://europa.eu/legislation_summaries/consumers/consumer_safety/l32042_it.htm
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DOCUMENTO dei Medici per l’Ambiente (ISDE-Italia)                                            sull’uso del CSS nei cementifici (contributo di Agostino di Ciaula)
  • Il 23 gennaio 2013 è arrivata alla Camera la proposta di legge denominata “Utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS) nei cementifici”. Questa pratica è  economicamente conveniente SOLO per l’imprenditoria di settore,  mentre gli SVANTAGGI per i cittadini sono enormemente maggiori rispetto ai  benefici. Quei benefici  che invece potrebbero essere ottenuti con metodi alternativi e più sostenibili,  tra l’altro indicati fortemente dalla stessa UE.
  • I cementifici sono impianti industriali comunque altamente inquinanti (INDUSTRIE INSALUBRI DI CLASSE I) già  senza l’uso dei rifiuti come combustibile [1] considerando che  i limiti di legge per le emissioni dei cementifici sono enormemente più elevati e soggetti a deroghe rispetto a quelli degli inceneritori. A mo’ di esempio, considerando solo gli NOx (ossidi di Azoto), per un inceneritore il limite di legge è 200 mg/Nmc, mentre per un cementificio è tra 500 e 1800 mg/Nmc. Inoltre, un cementificio produce di solito almeno il triplo di CO2 rispetto a un inceneritore. La lieve “amplificata” riduzione dei gas serra ottenuta dalla sostituzione parziale dei combustibili fossili con i rifiuti, ridurrebbe le emissioni dei cementifici in maniera scarsamente significativa, considerata l’esorbitante produzione annua di CO2 da parte di questi impianti che, secondo i dati del registro europeo delle emissioni inquinanti (E-PRTR), ammonta in Italia a circa 21.237.000 tonnellate/anno.
  • La combustione di rifiuti nei cementifici comporta una variazione della tipologia emissiva di questi impianti, in particolare in merito alla emissione di diossine/composti organici clorurati [2-4] (=Composti Organici Totali o Composti Organici Volatili) e metalli pesanti [5]. La produzione di diossine è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati [6]. Riguardo alle diossine, viene sempre detto dagli imprenditori, che le alte temperature dei cementifici diminuiscano o addirittura eliminino le emissioni di queste sostanze. Tale affermazione non trova riscontro nelle evidenze scientifiche indipendenti, che invece mostrano come, sebbene le molecole di diossina abbiano un punto di rottura del loro legame a temperature superiori a 850°C, durante le fasi di raffreddamento del ciclo produttivo), esse si riaggregano e si riformano [7]. Inoltre, considerata la particolarità chimica delle diossine (che non essendo biodegradabili persistono nell’ambiente, entrano nel ciclo alimentare e in conseguenza di ciò, determinando il cosiddetto: BIOACCUMULO. È stato dimostrato che la combustione di CSS nei cementifici causa un significativo incremento delle emissioni di metalli pesanti [5], in particolare mercurio, estremamente pericolosi per la salute umana. È stato calcolato che la combustione di una tonnellata di CSS in un cementificio in sostituzione parziale di combustibili fossili causa un incremento di 421 mg nelle emissioni di mercurio, 4.1 mg in quelle di piombo, 1.1 mg in riferimento al cadmio [8] che la IARC definisce cancerogeno di classe 1  [http://monographs.iarc.fr /ENG/Monographs/vol100C/mono100C-8.pdf] .  Particolari criticità dovute alla tipologia di rifiuti bruciati riguardano anche le emissioni di piombo [9-11].
  • L’utilizzo del CSS nei cementifici prevede l’inglobamento delle ceneri tossiche prodotte dalla combustione dei rifiuti nel clinker/cemento prodotto, invece di essere smaltite in discariche speciali come dovrebbe invece essere, essendo esse classificate come rifiuti speciali pericolosi. Questa pratica, inoltre,  fa insorgere un’ulteriore  considerazione, per rischi potenziali per la salute dei lavoratori [12, 13] che utilizzeranno quel tipo di cemento e anche i possibili rischi ambientali [14-16] per l’eventuale rilascio nell’ambiente di sostanze tossiche. Infine, le caratteristiche fisiche del cemento potrebbero essere alterate dalla presenza di scorie da combustione [17, 18] in modo tale da non rendere quel prodotto universalmente utilizzabile [19].
  • La destinazione dei rifiuti a pratiche di incenerimento è contraria alla recente raccomandazione del Parlamento Europeo (A7-0161/2012, adottata a Maggio 2012, http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P7-TA-
    2012-0223&language=EN&ring=A7-2012-0161) di rispettare la gerarchia dei rifiuti e di intraprendere con decisione, entro il prossimo decennio, la strada dell’abbandono delle pratiche di incenerimento di materie recuperabili in altro modo.
  • L’Italia è la nazione Europea con il maggior numero di cementifici e questi impianti causano conseguenze misurabili sulla salute dei residenti nei territori limitrofi, in particolare in età pediatrica [20]. L’incentivazione e l’agevolazione della combustione dei rifiuti nei cementifici  produrrebbe più che significative conseguenze ambientali, sanitarie e quindi economiche  solo per l’unico vantaggio economico che va sia ai produttori di CSS che agl’ imprenditori del cemento.
Riferimenti bibliografici
 1 European C. Reference Document on Best Available Techniques in the Cement,Lime and Magnesium Oxide Manufacturing Industries. May 2010. 2010.                                             2 Chen CM. The emission inventory of PCDD/PCDF in Taiwan. Chemosphere2004;54:1413-20.                                                                                             3 Hu J, Zheng M, Liu W, Li C, Nie Z, Liu G et al. Characterization of polychlorinatednaphthalenes in stack gas emissions from waste incinerators. Environmentalscience and pollution research international 2012.                                          4 Chyang CS, Han YL, Wu LW, Wan HP, Lee HT and Chang YH. An investigation onpollutant emissions from co-firing of RDF and coal. Waste Manag. 2010;30:1334-40.
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28 giugno 2013 Coordinamento Regionale dell’Umbria “Rifiuti Zero ” -
Giovanni Vantaggi medico per l’ambiente Isde-Italia

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